Il numero dei partecipanti alla serata dedicata a Sanremo, con momenti di picco di 165 collegamenti e una media di oltre 140 per circa due ore, rappresenta un esempio del fatto che, nella famiglia rotariana, l’amicizia è un valore che si respira sia nei momenti di impegno sociale che in quelli dedicati alla cultura e allo svago, i quali ultimi ultimi, anche grazie a zoom, diventano un’occasione per creare nuove conoscenze e amicizie.
 
Alla serata dedicata a Sanremo, infatti, hanno partecipato numerosi Club, Rotary e Rotaract sparsi in tutta Italia, nonché un Club di Lugano.
 
Walter Vacchino, padrone di casa a tutti gli effetti del Teatro Ariston di Sanremo e del Festival internazionale che ha reso famosa la città in tutto il mondo, ha intrattenuto gli astanti sulla storia della sua attività di imprenditore, proprietario-committente costruttore e creatore del Festival, dedicando spazio naturalmente privilegiato a quest’ultimo.
 
Il Teatro Ariston ne ha ospitati oltre quaranta di Festival, ma non solo, molte altre iniziative e avvenimenti hanno avuto luogo tra le sue pareti.
Ma partiamo dall’inizio, la regia della serata si apre con l’inquadratura del Dott. Walter Vacchino all’esterno del Teatro Ariston, all’incrocio tra Via Mameli e Corso Matteotti, in un ambiente surreale, desolatamente vuoto anche per una tarda e tiepida serata d’autunno sanremese ... e questo richiamo alla realtà fa male.
 
Pochi passi e siamo all’ingresso del Teatro, che vide la luce nel 1963, dopo dieci anni di lavoro e che ora vanta circa duemila posti suddivisi tra platea e galleria; il Teatro Ariston è meno imponente di come lo possano immaginare i telespettatori che seguono il Festival, abbagliati dalla scenografia e suggestionati dagli effetti speciali, ma è enorme il suo impatto emotivo su chi ne ha seguite o meno le sorti e la storia.
 
Il Teatro Ariston non vuol dire solo Festival della Canzone Italiana, questo il Dott. Vacchino ci ha tenuto a sottolineare più volte, perché negli anni ha ospitato moltissimi eventi come la rassegna della Canzone d’Autore Premio Tenco, Grandi eventi e appuntamenti dedicati alla poesia, al balletto o alla lirica e poi ancora convegni, mostre, cabaret, trasmissioni televisive e manifestazioni musicali di vario genere.
 
E quando il Dott. Vacchino si accomoda nella sua postazione sul palco dell’Ariston, alle sue spalle iniziano ad essere proiettate immagini di tutto questo, testimonianze di questa poliedricità.
 
I riconoscimenti nazionali e internazionali nel mondo del cinema e dello spettacolo ricevuti dal Teatro sono innumerevoli e percorre i corridoi che portano al palcoscenico rievocando la sua storia e il suo legame ormai indissolubile con il Festival è fonte di grande commozione.
 
Walter Vacchino, con nostalgia e passione, rievoca il grande sogno della sua famiglia, il grande intuito e l’obiettivo perseguito da suo nonno Carlo, ripreso e portato avanti da suo padre Aristide e per volontà del destino prematuramente consegnato nel 1980 a lui e a sua sorella Carla.
 
Il pensiero del Dott. Vacchino va naturalmente anche ad Amilcare Rambaldi l’ideatore del Festival del Canzone e a coloro che negli anni hanno sviluppato il progetto sino a proporre nel 1950 alla RAI di trasmettere in diretta su tutto il territorio nazionale una rassegna canora.
 
Il primo Festival della Canzone Italiana, promosso dalla RAI, si tenne dal 29 al 31 gennaio 1951 presso il Casinò di San Remo, poi la manifestazione si trasferì definitamente nel 1977 al Teatro Ariston.
 
Il Dott. Vacchino ci ricorda altresì i famosi personaggi della canzone come Nilla Pizza, Claudio Villa, Domenico Modugno sino a Roberto Vecchioni, Gino Paoli, De Gregori e tanti altri ancora e un pensiero particolare va a Celentano che cantava volgendo le spalle al pubblico.
 
Nel 1990 Adriano Aragozzini, giornalista e produttore televisivo e teatrale introduce l’esecuzione direttamente dal vivo dei brani con le sonorità di un’orchestra di cinquanta elementi.
 
Tra i presentatori trovano naturalmente particolare dedica nella memoria dell’oratore Mike Bongiorno per la sua signorilità e arguzia e Pippo Baudo, sempre vicino agli artisti e presente in ogni circostanza o necessità.
 
L’eclettico palcoscenico dell’Ariston, nel corso degli anni della sua storia, ha saputo ipnotizzare davanti allo schermo intere famiglie e anche in questi ultimi anni ha saputo farlo anche se attraverso modalità diverse.
 
Cantanti come Madonna, Sting, Pavarotti, Freddie Mercury o attori come Dustin Hoffmann, scienziati come il fisico Antonino Zichichi o personaggi come il premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco, per concludere con politici che ha fatto la storia dei nostri tempi come Michail Gorbačëv sono stati i catalizzatori delle serate italiane attraverso il Teatro Ariston.
 
Il Teatro come il Festival è un eccellente esempio di “incontro di volontà”, dove il Comune di Sanremo, i suoi cittadini, la RAI, i partecipanti del Festival come dal primo all’ultimo degli operatori e lavoratori impiegati presso il Teatro esprimono all’unisono quel desiderio di lavorare insieme per fornire un prodotto di qualità che scaturisce dalla serietà e dall’elevata capacità professionale.
 
Numerosi gli interventi, al termine della relazione, tra i quali merita particolare menzione quello dell’amico Mario Luzzatto Fegiz, socio ad honorem del Rotary Club Milano, che ha espresso la sua preoccupazione per il Festival chiamato a convivere con le restrizioni imposte dalla pandemia e per il suo Red Carpet che in questi anni ha riunito in un abbraccio il Teatro alla città.
 
Il Dott. Vacchino ha voluto anche regalarci un divertente aneddoto, perché il Teatro e il Festival sono stati testimoni di molte e svariate situazioni; si tratta però di una situazione, questa, difficilmente immaginabile, posto che riguarda un palcoscenico dell’Ariston occupato da un gregge di pecore che non volevano più andarsene ... non volevano abbandonare le luci della ribalta.
 
Concludendo, il racconto del Dott. Vacchino ha trasmesso all’uditorio un messaggio di professionalità e di passione, di entusiasmo e di progettazione oltre ogni ostacolo, di istrionica visione della vita ... sicuramente uno stimolo alla ripartenza, quanto mai opportuno in questo momento difficile e doloroso.
 
Ha chiuso la serata un omaggio musicale a Ennio Morricone, con la proiezione della toccante interpretazione di Gabriele Zeppegno, in arte Gabry Sax, andata in scena sul palco dell’Ariston nel luglio scorso.
 
Il Governatore del Distretto 2032, Dott. Giuseppe Musso, ha concluso i lavori esprimendo a tutti i Club intervenuti la propria gratitudine per la loro presenza, sintetizzata dall’allocuzione: “seppur lontani non siamo divisi”.
 
Marco Loro