La serata di giovedì 17 novembre
Tema della sera è la Fondazione IEO-Monzino, cosa fa e cosa noi potremmo fare per lei.
Inizia il dott. Palazzotto ricordando che la Fondazione è nata nel ’92 sotto la volontà del Prof. Veronesi proprio per sostenere la ricerca clinica e scientifica nell’Istituto Europeo di Oncologia.
Nel 2014 entra a fare parte del Gruppo anche l’Ospedale Monzino, ampliando cosi con la medicina cardiologica la mission della Fondazione.
Il dato allarmante è che l’85% dei decessi nel mondo sono legati a problemi di carattere cardiologico ed oncologico e risulta evidente come la ricerca di base e la ricerca clinica siano capisaldi essenziali per il miglioramento delle cure verso questi pazienti.
Negli ultimi 10 anni la Fondazione raccolto 46 milioni di euro. Anche, ha sostenuto più di 200 borse di studio per giovani ricercatori negli ultimi 5 anni. Ci sono 32 mila donatori attivi e 370 aziende.
Con pochi numeri si comprende la rilevanza ed il grande lavoro della Fondazione i cui principali progetti sono rapidamente illustrati da Anna Massimiliani, il Proton Center presso lo IEO e ricerca clinica sullo scompenso cardiaco.
Attraverso la costruzione del nuovo Proton Center, IEO conferma il suo ruolo di pioniere nelle terapie oncologiche innovative. IEO Proton Center andrà ad ampliare l’offerta di cure radioterapiche disponibili per garantire a ogni paziente trattamenti efficaci e personalizzati. Ogni anno circa 7.000 pazienti potrebbero trarre beneficio dalla protonterapia ma attualmente l’accesso nel nostro Paese è ancora limitato. Solamente il 14% dei pazienti riesce ad accedervi, costringendo i restanti a rinunciare o a recarsi presso Istituti esteri.
La protonterapia è una tecnologia precisa e biologicamente più efficace della radioterapia tradizionale. Il raggio protonico rilascia la sua energia direttamente sul tumore senza danneggiare i tessuti sani circostanti. Questo comporta minori effetti collaterali per i pazienti e una migliore qualità della vita. La protonterapia è inserita dal Ministero della Salute tra le terapie salvavita ed è particolarmente adatta a trattare tumori situati vicino a organi vitali o aree sensibili che non possono essere operati o curati con altre forme di radioterapia. Sono 10 le patologie oncologiche per le quali la protonterapia è considerata appropriata. Tra queste i tumori della base cranica e della colonna vertebrale, i tumori dell’orbita, dei seni paranasali, della parotide e delle ghiandole salivari, i sarcomi dei tessuti molli e dell’osso, le recidive in un campo già precedentemente irradiato, e quelli insorgenti in soggetti con alterazioni del sistema immunitario.
IEO Proton Center sarà il primo Centro in Italia all’interno di un “comprehensive cancer center”.
Grazie alla stretta integrazione tra le attività cliniche e di ricerca scientifica, IEO Proton Center garantirà a tutti i pazienti il miglior trattamento terapeutico disponibile per la loro patologia e darà la possibilità di avviare numerosi progetti per indagare tutte le potenzialità di questo trattamento innovativo per contribuire concretamente alla Cura dei tumori.
IEO Proton Center è un progetto unico nel suo genere in cui l’innovazione e l’attenzione ai dettagli sono fondamentali in ogni fase dei lavori.
IEO Proton Center sorgerà in un padiglione adiacente a IEO 1 e direttamente collegato con il reparto di Radioterapia per garantire i necessari collegamenti per pazienti, personale e reti tecnologiche.
Oltre al bunker che ospiterà il macchinario per la protonterapia saranno realizzati ambienti per l’attività clinica e assistenziale, spazi tecnici per le apparecchiature e per le funzioni di supporto, impiantistica e manutenzione e alcuni locali per l’ampliamento della Radioterapia.
Il secondo importante progetto supportato dalla Fondazione è denominato MECKI SCORE ed ha l’obiettivo di identificare il rischio cardiovascolare in pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico.
Lo scompenso cardiaco è un fattore di rischio significativo per morte cardiovascolare. Ma come valutare questo rischio per ogni singolo paziente? Ci ha pensato il Centro Cardiologico Monzino, che ha realizzato il MECKI score, uno strumento per la stima del rischio dello scompenso cardiaco, basato su dati ottenuti dal test cardiopolmonare e integrato con parametri ecocardiografici e di laboratorio. È sufficiente inserire i dati di sei valori, che insieme stabiliscono la gravità del malato nel modo più obiettivo possibile: emoglobina, sodio, funzionalità renale, frazione di eiezione ventricolare sinistra (la porzione di sangue che il cuore pompa dal ventricolo sinistro a ogni battito cardiaco), picco di consumo dell’ossigeno ed efficienza ventilatoria sotto sforzo.
Grazie al MECKI score è possibile stabilire la probabilità di morte cardiovascolare o urgente trapianto cardiaco entro due anni nelle persone con scompenso cardiaco sistolico.
Questo score è stato costruito con il contributo di 26 ospedali in Italia e abbiamo attualmente più di 8000 malati di scompenso cardiaco in follow-up. Il mantenimento, l’elaborazione dei dati e il follow-up di tutti questi malati è un impegno clinico e scientifico enorme per il quale, nei prossimi mesi, avremo bisogno di una persona dedicata ai pazienti che spesso non trovano posto nelle lunghe liste degli ospedali, anche il nostro, ma che hanno bisogno di contatti ripetuti con i curanti.
Questi sono esempi significativi di quanto i due ospedali, IEO e Monzino sono impegnati a portare avanti con grande coinvolgimento di clinici, ricercatori e fondi a supporto.
Qualora fossimo interessati ad approfondire tali progetti avremo modo di poter ascoltare i clinici che in prima persona si prodigano per il successo di tali iniziative.
Molte domande sono scaturite spontanee dalla essenziale relazione dei nostri ospiti ed a tutte è stata data risposta.
Il saluto di commiato del nostro Presidente chiude, come di consueto, la serata.
 
Seguire il link sotto per vedere la serata: