Relatore: Gianluigi De Marchi
L’eccezione è ormai diventata una consuetudine e così anche giovedì 29 ottobre ci siamo ritrovati su zoom. Questa volta Il sostegno logistico e tecnologico del Presidente ha permesso anche a Lucia e a Mario di partecipare alla serata, unendosi finalmente a tutti noi.
 
Nostro gradito ospite è stato il Dott. Gianluigi De Marchi del RC Torino Nord Ovest, che ci ha intrattenuto sul tema COVID-19 e la Finanza.
 
Alle 21:15 dopo gli inni e il saluto alle bandiere il Presidente, ricordando l’ormai prossima commemorazione dei defunti, ha rivolto un pensiero a tutti i soci che sono mancati in questi anni, pronunciando i loro nomi (vede pagina 10) ed invitando tutti ad un minuto di silenzio.  Mons. Longhi ha poi concluso con una preghiera questo momento di raccoglimento.
 
Gianluigi non è solo un giornalista finanziario, il che basterebbe, ma è anche autore di diversi libri che spaziano dal credito al marketing, dal leasing all’analisi dei bilanci. Tra questi ci piace ricordare “Sopra la banca il bancario campa” e “Tanto va il cliente in banca che ci lascia il capitale”. È anche uno scrittore vulcanico ed eclettico che ha scritto opere di narrativa tra le quali spicca “Il mio diario, di Gesù di Nazareth”: la vita di Gesù raccontata da Gesù in prima persona, con fatti anche immaginati dall’autore e con richiami ai Vangeli canonici e apocrifi.
 
Sarebbe ancora troppo lungo raccontare tutte le sue esperienze lavorative e gli incarichi – tra questi quello di perito tecnico a difesa dei risparmiatori - ma non possiamo esimerci di ricordare che Gianluigi è anche un inventore. Tutta sua è l’idea dell’OIGOLORO, un orologio alla rovescia che permette di leggere senza difficoltà l’ora, anche quando si è davanti allo specchio: un oggetto forse un po’ bizzarro, ma sicuramente utile, che ci potrebbe capitare di vedere in qualche locale o potrebbe anche diventare un simpatico regalo.
 
Insomma, ci aspettava una serata veramente speciale.
 
 
Gianluigi, avvalendosi della collaborazione dell’onnipresente Craig, ha proiettato una decina di slide per accompagnare anche i meno esperti sul tortuoso sentiero dell’economia, ma questa volta non una qualsiasi ma quella che si vive in una situazione emergenziale.
 
La pandemia – per Gianluigi - deve essere l’occasione per un ripensamento della Finanza, per un’idea di Finanza che non sia solo il conseguimento di un profitto ma che si trasformi in un’azione volta al “sociale”. Mentre i colossi del “digitale” vedono incrementare i loro profitti, la paralisi degli scambi commerciali ha ripercussioni sempre più gravi sulla popolazione, soprattutto sulle categorie più deboli, le più esposte, anche in situazioni di apparente normalità, al rischio di cadere nella povertà, nell’impossibilità di avere almeno un’occasione di riscatto. Se il denaro è un mezzo, allora è utile, se è un fine, può solo sconvolgere la scala di valori che a fatica oggi cerchiamo di mantenere. La Finanza non può rinunciare a cercare una sua Etica, ma per fare ciò è necessaria una rivoluzione nel suo modo di pensare e di agire, abbandonando i vecchi schemi del profitto, ormai portati all’esasperazione e ben lontani da una qualsiasi concezione di Giustizia. L’unica strada percorribile è un nuovo Umanesimo Sociale che abbia una visione di ampio respiro e che sia a lungo termine.
Volgendo lo sguardo a quanto è stato fatto nel nostro Paese, Gianluigi considera adeguati i programmi c.d. “difensivi” sino ad oggi adottati per far fronte alla crisi, ma questi, da soli, non sono sufficienti. Sono soprattutto necessari progetti che guardino al futuro quali la realizzazione di opere pubbliche nonché investimenti nella produzione di energia green, che non si riduca a poche pale eoliche e a qualche pannello solare.
 
Convinto europeista di lungo corso, approva l’intervento dell’Europa che ha concesso agli Stati membri flessibilità e libertà totale, subordinata solo ad una seria presentazione di programmi di investimento che non divengano semplice assistenzialismo.
 
 
Una materia così complessa non poteva che generare un appassionato dibattito dalle molteplici sfacettature: dall’economia sommersa alla diminuzione delle tutele per le classi più deboli, dal debito pubblico al MES, dalla sospensione dei parametri di Maastricht al Recovery Fund, dal prestito Irredimibile alla fiducia o meglio alla scarsa fiducia che i cittadini hanno verso le Istituzioni.
 
Il rischio sociale che si sta appalesando con manifestazioni di violenza organizzata non può che preoccupare.
 
Gianluigi ha infine citato un passo del messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata della Pace del 2009 : “ [ … ] un sistema di scambi finanziari – a livello nazionale e globale – basati su una logica di brevissimo termine, che persegue l’incremento del valore delle attività finanziarie e si concentra nella gestione tecnica delle diverse forme di rischio. Anche la recente crisi dimostra come l’attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune”.  
 
Sulla sua scia, Mons. Longhi ha denunciato una Finanza che nelle mani di pochi utilizza il debito come strumento “schiavizzante”, come forma di dominio.
 
In questa serata, la schietta esortazione di Gianluigi non ha lasciato indifferenti i presenti. Con una pandemia che sta destrutturando lentamente, a volte in modo impalpabile, i rapporti sociali, relegando nella solitudine le classi più deboli ed esponendo molti al rischio della povertà, ognuno di noi deve avere un nuovo modo di pensare, perché nessun uomo è un’isola e nonostante tutti i suoi progressi scientifici, questo uomo rimarrà sempre fragile.
Non rimane che citare Leone XIII che, nel lontano 1891, sinteticamente scriveva: “Ciascuno faccia la parte che gli spetta e non indugi”.
 
Roberto Ferrari