Vicende missionarie in Hong Kong e Cina
Da Padre Giuseppe Burghignoli ai nostri tempi
Padre Gianni Criveller
Questa serata è stata per me fonte di emozioni: per la presenza amica di Gianni Criveller, per la sorpresa della visita di Aurelio Ascoli, nostro socio fondatore nonché mio Presidente “spillatore” nel lontano 1987, ed infine per il primo decennio rotariano celebrato da Guido Motti (e da noi con lui), insomma una serata piena per davvero.
Solo per motivi cronologici, ho iniziato io, ricordando in sintesi la vita del fratello del mio bisnonno paterno:
Solo per motivi cronologici, ho iniziato io, ricordando in sintesi la vita del fratello del mio bisnonno paterno:
• nato a Bologna il 21-5-1833 in via Borgo della Paglia 2891
• ordinato sacerdote diocesano il 17-5-1856, a 23 anni
• parte da Venezia il 23-2-1860 a 27 anni (un mese dopo la raccolta fondi per Garibaldi) con le prime sei Suore Canossiane, arrivando a Hong Kong il seguente 12-4-1860
• nel gennaio 1861 si trasferisce a Tsuen Wan
• ad agosto 1861 viene inviato a Tianjin come cappellano militare per l’esercito inglese
• ritorna ad Hong Kong all’inizio del 1864
• Viceprefetto nel 1868
• Procuratore di Propaganda Fide nel 1874
• il 23 settembre 1874 un tifone distrugge metà delle proprietà della Missione
• Nel 1883 organizza e dirige i lavori per l’erezione della Cattedrale
• Nel 1885 epidemia di colera, contratto anche da padre Burghignoli
• 7 dicembre del 1888: benedizione ed apertura della Cattedrale
• Padre Giuseppe Burghignoli morì – di nefrite, ed a soli 59 anni - il 2-1-1892
 
Quindi ho ceduto la parola a Padre Gianni Criveller, che, partendo dalla esperienza di padre Burghignoli, ha raccontato quelle verità che un Paese totalitario accuratamente censura. Due secoli fa il traffico di bambini era largamente praticato e tacitamente consentito dalle autorità; e si giunse persino ad accusarne le suore, che invece se ne prendevano cura; oggi la legge fondamentale sulla sicurezza dello Stato ha abolito non solo la libertà di espressione, ma finanche il sorriso e l’allegria delle persone; ha soppresso la memoria delle stragi di Tienanmen, che è vietato persino ricordare; una dirigente cattolica è stata arrestata per aver acceso un cero sotto l’immagine di una delle vittime del 1987. Hong Kong non è una città libera, nemmeno più le rassomiglia. Oltre mille cittadini di Hong Kong sono stati imprigionati, si ignora con quale imputazione; non se ne ha più notizia, né si può avere alcun incontro con loro, ammesso che siano ancora in vita.
E sarà Taiwan, ci avverte Criveller, l’occasione della prossima crisi mondiale; sembra che l’aggressione russa alla Ucraina abbia suggerito la “normalità” dell’uso delle armi a servizio di qualsiasi ambizione espansiva.
Criveller ha visitato dirigenti cattolici reclusi in Hong Kong, con capi di imputazione di sconvolgente genericità, concepiti apposta per essere riempiti dalla repressione politica; eppure, ne ha riconosciuto un irriducibile ottimismo, con la certezza che la libertà avrebbe prevalso, prima o poi. Il disegno politico democratico, non a caso, era quello di “contagiare” la Cina con le libertà di Hong Kong e Taiwan, progetto ritenuto possibile, perché chi ha conosciuto la libertà non ne accetta facilmente la soppressione.
In realtà Criveller non è altrettanto ottimista sul punto, ed in genere sul futuro della Cina, giacché Paese immobile, restio al cambiamento, permeato da quella religione laica che è il confucianesimo, apprezzabile come filosofia, molto meno come strumento per indurre il popolo all’obbedienza assoluta.
Molte interessate domande hanno fatto seguito: Guido Motti, Federico Sagramoso, Massimo Borioli, Valter Amerio, Aurelio Ascoli. Quest’ultimo merita una menzione speciale per la densa tensione spirituale, l’appassionata lucidità dell’analisi e chiarezza dell’eloquio, a dispetto degli acciacchi dell’età. I soci gli hanno tributato un vero festeggiamento, dopo la lunga assenza dovuta al suo trasferimento al R.C. Milano.
A conclusione della serata ho annunziato, prolungando l’applauso, la imminente (e meritata) nomina di Gianni Criveller a Presidente del PIME milanese: ciò consentirà un rapporto più frequente e creativo con il nostro Club.
Salutandomi, Criveller ha detto di aver conosciuto in noi tante belle e valorose persone: è un elogio che dobbiamo meritarci ogni giorno.
Massimo Burghignoli